In un mondo in rapida evoluzione, dove l’intelligenza artificiale ridefinisce il rapporto tra tecnologia e umanità, Laura Aria (Commissaria Agcom) si distingue per una visione lucida e concreta: l’innovazione – sostiene – deve restare sempre al servizio dell’uomo, come strumento e non fine. Con una carriera costruita fin dall’inizio nel settore delle telecomunicazioni, Aria porta con sé l’esperienza di chi ha saputo coniugare competenza e passione, in un percorso che, da donna, riconosce essere stato impegnativo ma anche ricco di opportunità e soddisfazioni.

Le tecnologie, dunque, ausilio professionale, non devono spaventare. Sorridendo racconta che all’epoca degli antichi greci, scoperta la scrittura, gli esseri umani temevano di perdere il linguaggio, di non poter più comunicare attraverso le parole. Concordiamo sul fatto che le frontiere della comunicazione si spostano sempre più in avanti, rispondendo alle necessità dell’essere umano che però deve governare ogni mezzo a sua disposizione.

Cosimo Accoto nel suo ultimo Libro “Il Pianeta Latente” scrive: “…Viviamo il paradosso dell’estensione e dell’estinzione della parola umana; infatti, tra uomini siamo costruttori di significato mentre la macchina è calcolatrice di parole siamo a un incontro scontro fra parole e calcolo”.Come vede il ruolo dell’AGCOM nell’affrontare la crisi epistemologica attuale, caratterizzata dalla transizione dal mondo alfabetico a quello digitale dove le parole perdono di senso e diventano calcolo?

“Stiamo vivendo un cambiamento epocale, e concordo che il repentino sviluppo delle nuove tecnologie, specie quelle che ricorrono all’intelligenza artificiale generativa, incida fortemente sul linguaggio naturale. Tuttavia, l’emancipazione della macchina non implica necessariamente la regressione dell’uomo. Il calcolo rappresenta la precisione delle macchine, mentre le parole incarnano la creatività umana. È cruciale trovare un equilibrio tra calcolo e parole per valorizzare sia l’innovazione tecnologica sia l’espressione umana.

In un’epoca in cui le parole rischiano di perdere il loro significato trasformandosi in meri calcoli algoritmici, l’AGCOM lavora per garantire un ecosistema digitale trasparente e responsabile, affrontando con determinazione le sfide poste dalla transizione dal mondo alfabetico a quello digitale. Attraverso regolazione e iniziative mirate, l’AGCOM contribuisce a costruire un panorama informativo che valorizza il significato delle parole e protegge la dignità umana, cercando di mantenere un equilibrio tra innovazione e protezione dei diritti fondamentali.

Un ruolo importante lo gioca l’alfabetizzazione mediatica, attività che vede l’Agcom in prima linea nel monitorare e indirizzare le iniziative promosse dai media tradizionali e dai new media. Nella consapevolezza della enorme rilevanza del tema, l’Autorità ritiene che l’uso consapevole dei mezzi di comunicazione (media literacy)costituisca un obiettivo essenziale per contrastare i fenomeni di disinformazione (fake news) e di incitamento all’odio (hate speech), nonché per mitigare i rischi cui soprattutto i minori sono esposti nel consumo di media tradizionali e online.

Abbiamo avviato diverse iniziative per promuovere l’alfabetizzazione mediatica e digitale. Tra queste, i percorsi formativi di cittadinanza digitale dei Co.re.com., che educano i giovani all’uso consapevole dei media e delle tecnologie digitali.

Questa iniziativa, così come quelle dei filtri parentali (la cosiddetta Age verification) per i siti web non adatti ai minori e del regolamento sugli Influencer, fanno parte di una serie di azioni strutturali attraverso le quali Agcom cerca di rendere l’ambiente online più affidabile e sicuro”.

In che modo l’AGCOM può contribuire a garantire un ecosistema digitale che promuova la democrazia e il pluralismo informativo nell’era dell’intelligenza artificiale e della disinformazione algoritmica?

“Nell’era dei mercati digitali, l’Autorit sta avviando una nuova declinazione dei suoi compiti tradizionali, ricorrendo alla sua storica esperienza a presidio del pluralismo politico, sociale e ponendosi come avanguardia nella protezione della libertà e del pluralismo dei media quali due dei pilastri principali della democrazia e dello Stato di diritto. Ancor più all’indomani dell’approvazione dell’European Media Freedom Act(il Regolamento UE 2024/1083 sulla libertà dei media), l’Autorità lavora in prima linea nella difesa del diritto fondamentale alla libertà di espressione e di informazione, consentendo alle persone di cercare e ricevere informazioni diversificate e promuovendo i valori della democrazia, della diversità culturale e della coesione sociale.

L’AGCOM ha lanciato l’Osservatorio dell’Informazione, un progetto che mira a monitorare e analizzare il panorama informativo italiano. L’obiettivo è garantire la trasparenza e la qualit delle informazioni diffuse attraverso i media, promuovendo un ecosistema informativo democratico e pluralistico. L’Osservatorio si concentra su diverse aree, tra cui la disinformazione, la tutela dei diritti degli utenti e la regolamentazione delle piattaforme digitali.

Dai primi rilievi emerge, con chiarezza, come l’ecosistema informativo italiano stia cambiando rapidamente: dal 2023, la televisione non è più il principale mezzo di informazione per gli italiani, con un italiano su due che utilizza la rete per informarsi, una tendenza confermata anche nel 2024. Il 50,5% di coloro che sono iscritti ad almeno un social network dichiara di venire a conoscenza di notizie e informazioni sui social prima che su altri mezzi di comunicazione. Poco più del 17% legge i quotidiani, mentre circa un quarto dei cittadini fruisce delle notizie dalla versione digitale dei mezzi editoriali tradizionali.

Ma la fiducia nei mezzi di informazione varia. Il 65,6% della popolazione esprime un livello di fiducia moderata o alta in almeno un mezzo di informazione: televisione, radio e carta stampata sono le fonti informative ritenute più affidabili. Circa il 30% nutre una bassa fiducia nelle notizie provenienti dai social media o dalle piattaforme di condivisione di video.)

Con questa consapevolezza, l’Osservatorio dell’Informazione nasce con l’obiettivo di monitorare e comprendere le varie componenti del sistema informativo italiano. L’edizione 2025 si sviluppa attraverso tre filoni di indagine:

  • un’analisi della fruizione di contenuti informativi su tutti i mezzi di comunicazione: televisione, radio, quotidiani e internet;
  • l’esplorazione dei temi della fiducia e dell’affidabilità, elementi centrali nel sistema dell’informazione, in grado di impattare sull’uso dei mezzi di comunicazione a scopo informativo da parte del pubblico e di modellare le percezioni e le preferenze degli individui;
  • un’analisi dell’offerta informativa della televisione tradizionale, in particolare la sua distribuzione tra telegiornali e programmi c.d. “Extra TG” nelle principali emittenti nazionali.

La missione dell’AGCOM è chiara: garantire un ecosistema digitale trasparente e responsabile, promuovendo la democrazia e il pluralismo informativo nell’era dell’intelligenza artificiale e della disinformazione algoritmica, sostenendo l’informazione di qualità”.

Quali le iniziative più significative che state portando avanti per sostenere l’indipendenza dei media?

“Se misuriamo l’uso della parola indipendenza – visto che abbiamo iniziato interrogandoci su parole e calcolo – nell’ambito della normativa nazionale sui media audiovisivi non troviamo riferimenti espressi, anche se l’imparzialità e il pluralismo dell’informazione sono principi cardine dell’art. 5 del TUSMA.

Per ben 54 volte, invece, vi troviamo riferimento espresso nel regolamento per la libertà dei media, già citato prima. Al riguardo, assume rilevanza il regime di trasparenza sulla proprietà dei media che l’EMFA introduce, armonizzando le procedure di controllo sulle concentrazioni: l’articolo 21 consente agli Stati membri di definire criteri di apprezzamento delle concentrazioni nel mercato dei media, che devono essere trasparenti, oggettivi, proporzionati e non discriminatori. E l’articolo 22 impone agli Stati membri di verificare la compatibilità delle concentrazioni del mercato dei media con il c.d. “media pluralism test” che si compone di criteri non esclusivamente economici.

Il quadro giuridico che ne deriva prevede principi presenti già da tempo sia nella legislazione italiana di settore sia nella regolazione dell’Autorit. In Italia, l’articolo 51 del Testo unico dei servizi media audiovisivi vieta la costituzione di posizioni di significativo potere di mercato lesive del pluralismo nel Sistema Integrato delle Comunicazioni (SIC). L’Autorità ha adottato un regolamento che disciplina le procedure istruttorie per verificare l’esistenza di posizioni lesive del pluralismo nel SIC, e ha definito linee guida per la metodologia delle verifiche dettagliando, in un’ottica di better regulation, gli indicatori individuati dal legislatore stabilendo le opportune modalità operative di misurazione degli stessi.

Tra i fattori attualmente considerati, nel nuovo contesto digitale, oltre ai ricavi conseguiti, assumono rilievo gli indici di diffusione dei contenuti informativi, la convergenza fra settori, le sinergie con mercati contigui, la disponibilità e il controllo di dati.

Il contesto regolamentare nazionale è quindi molto avanzato rispetto ad altri Paesi. Tuttavia, è auspicabile un intervento legislativo che renda la normativa pienamente conforme agli articoli 21, 22 e 23 dell’EMFA. Il fine è salvaguardare il ruolo dei media nazionali, tutelandone l’indipendenza e difendendo la democrazia e il pluralismo. Inoltre, è necessario arginare il dominio dei giganti del web, permettendo ai media tradizionali e ai nuovi media di competere alla pari”.

 

Quali sono le principali sfide nell’applicazione del Digital Services Act (DSA) e del Digital Markets Act (DMA), e come l’AGCOM intende affrontarle per tutelare i diritti degli utenti?

“La nomina di AGCOM a Coordinatore nazionale dei servizi digitali in Italia (avvenuta con il decreto-legge 15 settembre 2023, n. 123) ci rende orgogliosi e ci impegna di tutti i compiti di coordinamento con la Commissione europea, con i Coordinatori degli altri Stati membri e con le altre Autorità nazionali competenti. Il nostro obiettivo è garantire l’effettività dei diritti e l’efficacia degli obblighi del Regolamento europeo sui servizi digitali (2022/2065), attraverso la vigilanza necessaria per raggiungere gli obiettivi previsti.

Il DSA ha rafforzato le procedure per la rimozione dei contenuti illegali sulle piattaforme digitali, facilitando le segnalazioni da parte di terzi e tutelando meglio i diritti fondamentali degli utenti online. Questo include la protezione della dignità e della riservatezza delle persone, il contrasto ai linguaggi d’odio e alla discriminazione e la difesa della libertà di parola e di espressione. Inoltre, il DSA stabilisce un controllo pubblico più stringente sulle attività delle piattaforme molto grandi (VLOP), quelle capaci di raggiungere oltre il 10% della popolazione dell’UE.

AGCOM ha una responsabilità puntuale e poteri di intervento specifici.

La sfida è ambiziosa: bisogna trovare un equilibrio tra la libertà di espressione e gli altri diritti fondamentali, attraverso una regolazione proporzionata e lungimirante. Occorre predisporre una regolazione effettiva, assicurare la sovranità del consumatore e scongiurare i rischi per la libertà di informazione. Il nostro obiettivo è prevenire l’eccesso di regolazione ed evitare un deficit di intervento regolatorio rispetto a pratiche che si possano manifestare a distanza o che evolvono nel tempo. Il nostro approccio mira a bilanciare la libertà di espressione con la protezione dei diritti fondamentali, assicurando che i consumatori possano navigare in un ecosistema digitale sicuro e democratico.

L’Autorità ha già approvato e applicato in casi concreti diversi regolamenti attuativi del DSA. Il Regolamento per la certificazione degli organismi di risoluzione stragiudiziale delle controversie garantisce che le decisioni delle piattaforme riguardo alla pubblicazione di contenuti illegali o alla gestione degli account siano giuste e trasparenti. Inoltre, il Regolamento per la qualifica di segnalatore attendibile assicura che le segnalazioni di contenuti illegali siano gestite con competenza e tempestività. Questi segnalatori, indipendenti dalle piattaforme, giocano un ruolo cruciale nell’attivazione del meccanismo di segnalazione, garantendo che le segnalazioni siano trattate prioritariamente. È stato inoltre approvato il Regolamento di procedura per la gestione dei reclami su presunte violazioni del DSA da parte dei prestatori di servizi intermediari. Questo meccanismo consente ai destinatari di servizi digitali di presentare reclami al Coordinatore dei servizi digitali dello Stato membro, garantendo una protezione efficace e rapida dei loro diritti.

Questi regolamenti rappresentano un passo avanti significativo verso un ecosistema digitale più sicuro, trasparente e equilibrato, dove la libertà di espressione, l’innovazione e la protezione dei diritti fondamentali vanno di pari passo”.

Riusciremo a regolamentare l’uso dell’intelligenza artificiale nei media, assicurando un equilibrio tra innovazione e protezione dei diritti fondamentali senza ostacolare l’innovazione digitale?

“AGCOM è ben consapevole che, per regolare efficacemente l’uso dell’IA nei media, è essenziale trovare un equilibrio tra la promozione dell’innovazione e la protezione dei diritti fondamentali. L’obiettivo è creare un quadro normativo che favorisca lo sviluppo tecnologico, assicurando nel contempo che i sistemi di IA siano sicuri, affidabili e rispettosi della legislazione sui diritti dell’Unione Europea.

L’utilizzo dei sistemi di IA e delle relative applicazioni è destinato ad avere un impatto profondo sui mercati regolati e sui diritti che l’Autorità è chiamata a tutelare, con riferimento alla garanzia del pluralismo, alla tutela della dignità umana e dei diritti fondamentali degli individui, alla tutela dei minori, alla sicurezza delle reti, alla tutela del diritto d’autore, alla tutela degli utenti nella fruizione dei servizi di comunicazione elettronica e di media digitali.

Anche per questi motivi, abbiamo istituito presso di noi un Comitato sull’intelligenza artificiale, composto da esperti del settore, in modo da fornire supporto specializzato e affrontare le implicazioni dell’IA nei mercati regolati. La trasparenza e l’equit nelle pratiche algoritmiche sono al centro del loro approccio, così come la promozione di standard etici.

In sintesi, AGCOM sta lavorando per garantire che l’intelligenza artificiale possa prosperare all’interno di un ecosistema digitale sicuro e democratico. Con un approccio proattivo e collaborativo, siamo convinti di poter affrontare questa sfida e garantire un equilibrio tra progresso tecnologico e tutela dei diritti degli utenti”.

AGCOM può contribuire a promuovere un uso consapevole delle tecnologie tra i più giovani?

“Fin dalla sua istituzione l’AGCOM pone al centro della sua agenda la protezione dei minori con misure regolatorie e di sensibilizzazione. Ha sviluppato regolamenti per proteggere i minori da contenuti inappropriati su TV e recentemente anche sulle piattaforme di video sharing. A questo proposito, l’Autorità ha fermato la diffusione di video relativi alla “cicatrice francese” su TikTok, che sono stati prontamente rimossi dalla piattaforma. Inoltre, sono stati avviati procedimenti per i video della “Hot Chip Challenge” su TikTok e YouTube, con successiva rimozione dei contenuti identificati.

Per aiutare i genitori, alle più tradizionali misure di controllo e limitazione di accesso alla tv, l’AGCOM ha aggiunto un moderno sistema di Parental Control, adottato dagli operatori di telefonia mobile sui dispositivi di accesso alla rete (smartphone, tablet, personal computer, console di videogame), per filtrare contenuti inappropriati come armi, violenza, odio, pornografia e gioco d’azzardo.

Con l’aumento del tempo online dei minori dopo la pandemia, è essenziale proteggere i giovani utenti di Internet, che spesso accedono a servizi non progettati per loro.

Stime globali rivelano che un minore su tre è un utente di Internet e che un utente di Internet su tre ha meno di 18 anni. Nell’UE, la maggior parte dei minori utilizza il proprio smartphone ogni giorno, quasi il doppio rispetto a 10 anni fa. Nella maggior parte dei casi, però, gli ambienti online a cui accedono non sono stati originariamente progettati per loro (ad esempio in alcuni casi i social media richiedono un’età minima di 13 anni per i loro utenti). A livello generale si rileva che i servizi digitali non utilizzano metodi adeguati di verifica dell’età o di consenso dei genitori.)

Pertanto, per assicurare una effettiva protezione dei minori dai rischi del web, lo scorso 9 aprile l’Autorità – fra le prime in ambito europeo – ha adottato un provvedimento per disciplinare i sistemi di verifica dell’età che siti e piattaforme che diffondono contenuti pornografici devono usare. L’Autorità ha adottato un approccio tecnologicamente neutrale, estendibile a tutti i contenuti che richiedono una verifica dell’età, che lasci ai soggetti tenuti alla realizzazione dei processi di garanzia dell’età una ragionevole libertà di valutazione e scelta, nel rispetto di alcuni requisiti generali (facilità d’uso, sicurezza, proporzionalità, protezione dei dati personali, minimizzazione dei dati, intervento di soggetti terzi indipendenti).

Mi riferisco alla delibera n. 96/25/CONS, di cui sono stata relatrice, che dà attuazione allee norme della legge n. 159 del 2023, il cd “Decreto Caivano”. Il processo di approvazione è stato molto lungo, data la necessità di acquisire i necessari pareri del Garante Privacy e della Commissione Europea nonché di espletare la consultazione pubblica nazionale, ma come Agcom siamo soddisfatti del risultato raggiunto: il sistema che abbiamo disegnato assicura un livello di sicurezza adeguato al rischio e il rispetto della privacy degli utenti attraverso il meccanismo del “doppio anonimato”, grazie ad un approccio tecnologicamente neutrale, facile da utilizzare e soprattutto conforme agli orientamenti comunitari.

L’AGCOM non si ferma alla regolazione. Promuove anche l’educazione mediatica, informando minori, genitori e personale educativo sui rischi e le buone pratiche online. Le sue iniziative includono linee guida per sensibilizzare gli utenti e promuovere un uso consapevole delle tecnologie.

In particolare, l’Autorità ha proseguito nel suo percorso di accompagnamento e guida dei Co.re.com., delineando, a partire dalle iniziative esistenti sul cd. Patentino Digitale, un quadro organico e omogeneo per la progettazione e la valorizzazione di percorsi di alfabetizzazione digitale e mediatica nelle istituzioni scolastiche secondarie di primo e secondo grado, che promuovano la fruizione responsabile e consapevole dei mezzi di comunicazione tradizionali e online. Tali percorsi dovranno inoltre affrontare alcune tematiche obbligatorie quali la tutela della web reputation, i meccanismi di funzionamento delle piattaforme algoritmiche, la disinformazione e l’hate speech, utili a sviluppare il senso critico degli studenti, in linea con la più recente definizione di alfabetizzazione mediatica. Abbiamo di recente siglato un protocollo d’intesa accordo con il Ministero dell’Istruzione per promuovere nelle scuole il “Patentino digitale”: da oggi le iniziative di media education dell’Autorità e dei Corecom possono rientrare ufficialmente nelle ore curricolari di educazione civica”.

Infine, una buona notizia: il mondo dell’informazione, secondo la Commissaria Laura Aria guadagna giovani lettori che, abbandonate le nuove piattaforme, ritornano al modello informativo tradizionale perché trasmette fiducia, propone approfondimenti ed è sinonimo di qualità.

La conclusione della chiacchierata è dedicata al suo essere donna, appagata: “Ho avuto un percorso professionale completo con l’opportunità di seguire la nascita e lo sviluppo del sistema normativo delle telecomunicazioni –  precisa –.  Mi considero una privilegiata perché ho lavorato sodo, ma ho avuto anche tante opportunità. Il mio invito a tutti e tutte è studiare. Sapere serve ad indurre il cambiamento”.

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Maria Pia Rossignaud
Giornalista curiosa, la divulgazione scientifica è nel suo DNA. Le tecnologie applicate al mondo dei media, e non solo, sono la sua passione. L'innovazione sociale, di pensiero, di metodo e di business il suo campo di ricerca. II presidente Sergio Mattarella la ha insignita dell'onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana. Vice Presidente dell’Osservatorio TuttiMedia, associazione culturale creata nel 1996, unica in Europa perché aziende anche in concorrenza siedono allo stesso tavolo per costruire il futuro con equilibrio e senza prevaricazioni. Direttrice della prima rivista di cultura digitale Media Duemila (fondata nel 1983 da Giovanni Giovannini storico presidente FIEG) anticipa i cambiamenti per aiutare ad evitare i fallimenti, sempre in agguato laddove regna l'ignoranza. Insignita dal presidente Mattarella dell'onorificenza di "Cavaliere al Merito della repubblica Italiana. Fa parte del gruppo di esperti CNU Agcom. E' fra i 25 esperti di digitale scelti dalla Rappresentanza Italiana della Commissione Europea. La sua ultima pubblicazione: Oltre Orwell il gemello digitale anima la discussione culturale sul doppio digitale che dalla macchina passa all'uomo. Già responsabile corsi di formazione del Digital Lab @fieg, partecipa al GTWN (Global Telecom Women's Network) con articoli sulla rivista Mobile Century e sui libri dell'associazione. Per Ars Electronica (uno dei premi più prestigiosi nel campo dell'arte digitale) ha scritto nel catalogo "POSTCITY". Già docente universitaria alla Sapienza e alla LUISS.