Paolo Lutteri,  senior partner dell’Osservatorio TuttiMedia e attento analista delle criticità del presente ha voluto condividere la lettera al nipote Matteo. Il tema è la guerra. La riflessione mette di fronte alle nostre miopie: pensavamo di vivere in una società perfetta e siamo piombati in un nuovo medioevo. Che fare?
Buona lettura!
Caro nipote Matteo,
quando mi hai chiesto, ad inizio febbraio, se la guerra in Ucraina fosse imminente e pericolosa, ti ho risposto “penso di no, sono schermaglie per ottenere attenzione”. Ho sbagliato. Usando un ragionamento semplice, ho considerato che una guerra non fosse conveniente per nessuno, né per la Russia, né per l’Ucraina, né per la Nato, né per l’Europa, né per sconvolgere l’equilibrio mondiale, né per i governi e tantomeno per le popolazioni. Le tensioni c’erano, le contraddizioni anche, ma non pensavo a uno scontro cruento così come si sta svolgendo, senza convenienza proficua per nessuno, anzi con vergogna dell’umanità, nonché con una conseguente crisi economica dilagante. Così sono degradati anche i progetti di protezione ecologica e di sviluppo energetico ed economico sostenibile di cui il mondo avrebbe bisogno.
Dal momento che sono mancate trattative intelligenti preventive e che non sembra sia stata la convenienza ad ispirare l’invasione dell’Ucraina (che pure ha risorse minerarie ed economiche molto interessanti), mi sono reso conto che è prevalso un fattore abbinato alla supremazia ideologica autoreferenziata. Le parole del capo del governo russo e del suo pope della chiesa ortodossa di Mosca (insieme ‘in preghiera’ nella celebrazione della pasqua) indicano che non sono a favore della pace per tutti, ma vogliono una sorta di ‘guerra santa’ contro le depravazioni dei costumi e dei consumi occidentali, contro l’aggressività del capitalismo liberale nei territori che considerano storicamente propri, contro l’intrusione mediatica, l’egemonia occidentale e certi sovranismi nazionalisti. Quasi uno scontro di ‘religione’, peraltro contradditorio, visto che i leader dell’economia ‘socialista’ sono oligarchi riccastri ben radicati nei consumi occidentali. Religione è una parola grossa, ma l’ostinazione del governo russo sembra proprio irrazionale.  Nella storia le motivazioni delle guerre sante (crociate, jihad …) sono sempre state irrazionali. “Dio lo vuole” è la più fake delle news.  Dietro la propaganda ci sono sempre stati interessi coloniali e di conquista geopolitica.
Ecco: ragionando di convenienza con criteri di logica oggettiva ho dimenticato che anche oggi la società è imperfetta, che nella volontà dei governanti c’è ancora tanto medioevo, che le aspirazioni mentali sono ancora legate ad una sensibilità primitiva, irrazionale, insensibile alla ragione e alla diplomazia. Adesso non so che cosa potrà succedere, ma se i contendenti non vogliono trovare compromessi, occorrono pacieri esterni, nell’interesse e per le opportunità di sopravvivenza del pianeta intero.
Speriamo che l’irrazionale ritrovi la ragione, caro Matteo. Noi cerchiamo di ‘non perdere la testa’ e continuare a studiare per il meglio. Oggi, ricorda che è la nostra festa della Liberazione.
A presto.
Paolo Lutteri
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Paolo Lutteri
Paolo Lutteri, di Milano, si occupa di comunicazione e marketing dal 1976. Laureato in Scienze Politiche all’Università di Milano e Diplomato all’Istituto Universitario di Lingue di Pechino. Giornalista pubblicista, iscritto all’Ordine dei Giornalisti e all’Unione Giornalisti Italiani Scientifici. Ha lavorato con il quotidiano Il Giorno, con le società Spe, Sport Comunicazione e Alfa Romeo; con il Gruppo Rai dal 1989 si è occupato di marketing, sport, nuovi media e relazioni internazionali. Ha tenuto corsi presso le Università degli Studi di Milano e Bicocca, le Università di Roma Sapienza e Tor Vergata. Attualmente studia e scrive articoli sull’innovazione culturale e tecnologica, fa parte del Comitato di Direzione della rivista Media Duemila, è socio onorario dell’Osservatorio TuttiMedia, membro d’onore dell’EGTA-Associazione Europea Concessionarie tv e radio, membro del Consiglio direttivo dell’Associazione Eurovisioni, socio e direttore del Centro Documentazione e Formazione della Fondazione Salvetti. e-mail: paolo.lutteri@libero.it