Croce, Sangiuliano: “il suo magistero culturale e morale resta ineguagliato”
“Il suo pensiero richiama agli eterni valori dell’autonomia della cultura e della libertà”
“Benedetto Croce, di cui oggi ricorre il settantesimo anniversario della morte, è stato uno dei massimi pensatori italiani di ogni tempo: il suo magistero culturale e morale resta a tutt’oggi ineguagliato”.
Così il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, in un commento pubblicato sul Corriere della Sera il 19 novembre in occasione del 70esimo anniversario della scomparsa del filosofo.
“Dalla sua casa-studio di Napoli lavorò incessantemente e tenne sempre viva la fiamma della libertà: negli studi, nella vita civile e politica, nell’insegnamento morale che offrì ai tanti giovani che si formarono sulle sue opere. Il compito che si propose con successo – prosegue Sangiuliano – fu allora quello di dotare la “nuova Italia” di un pensiero compiuto ed organico, radicato nella tradizione ma concretamente aperto ai problemi del presente: in aperta e amichevole collaborazione con quelli degli altri Paesi, ma fiero della sua specificità e dignità”.
“Croce ritrovò nell’insegnamento di Vico e Machiavelli la cifra più tipica della nostra cultura, e cioè il senso storico e il realismo politico. Egli volle così reimmettere la cultura nazionale nel solco di quella europea, conforme all’ideale patriottico del Risorgimento di cui si sentiva figlio”.
“La sua voce – si legge ancora nel commento – risuonò alta e profonda al tempo dei totalitarismi, che combatté strenuamente sia nella versione che avevano assunto in Italia, sia in quelle che furono proprie degli altri Paesi dell’est e dell’ovest europeo. Parlò dell’“Anti-Cristo” che è in noi, ma confidò sempre nel riscatto morale e nel ritorno della civiltà. Fonte inesauribile di insegnamenti profondi e sempre attuali, egli indicò alla cultura e alla vita civile italiana una rotta che non andrebbe mai smarrita: fare il proprio dovere, ognuno nel suo campo, e rinnovare sempre la fiamma della spiritualità. Con Goethe, che sentiva a sé particolarmente affine, amava ripetere: “Viva chi vita crea!”.
“Oggi più che mai – conclude Sangiuliano – Croce ci richiama all’impegno e alla dedizione dell’Opera, come egli diceva. Nonché agli eterni valori dell’autonomia della Cultura e della Libertà”.