Osservatorio Radio

Il panorama radiofonico europeo sta attraversando una fase di profonda trasformazione, guidata dalla transizione al digitale e dal consolidarsi di nuovi modelli di ascolto e distribuzione, quali il DAB+, lo streaming e i contenuti on demand. Tuttavia, proprio in questo contesto emergono opportunità concrete per rilanciare il ruolo della radio come mezzo di comunicazione centrale nel sistema dei media, grazie alla sua capacità di adattarsi e innovarsi.

Il digitale non rappresenta solo un cambiamento tecnologico, ma anche culturale, che impone una revisione profonda dei modelli di business, della produzione di contenuti e delle modalità di coinvolgimento del pubblico.

In questo scenario dinamico, anche l’Italia si confronta con sfide strutturali significative: la frammentazione del mercato, la scarsità di frequenze per le emittenti locali e la necessità di rafforzare tale comparto, nonché di promuovere la sostenibilità economica, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione di tutto il settore. La radio italiana, nonostante le dimensioni relativamente contenute rispetto ad altri mercati europei, dimostra una vivacità e una resilienza notevoli, che meritano di essere sostenute attraverso politiche mirate e investimenti adeguati. L’evoluzione del settore richiede un approccio strategico che valorizzi le specificità del modello radiofonico italiano, incentivando al contempo una crescita dimensionale delle imprese per renderle competitive su scala europea e globale.

In questo quadro si inserisce l’Osservatorio Radio di CRTV, progetto di analisi e approfondimento promosso dall’Associazione per supportare lo sviluppo e la valorizzazione del sistema radiofonico italiano nel più ampio quadro sovranazionale.
Questa seconda edizione dell’Osservatorio esce dai confini nazionali per analizzare i principali mercati europei – Regno Unito, Germania, Francia, Spagna, Italia (big 5) con l’aggiunta del case study Svizzera, prossima allo spegnimento dell’FM – attraverso un confronto dettagliato su modelli di offerta, assetti regolatori, piattaforme di distribuzione, dispositivi di ricezione, audience e strategie digitali. Questa prospettiva comparata permette di comprendere meglio le dinamiche in atto e di individuare buone prassi replicabili nel contesto italiano.

L’Osservatorio si propone come strumento strategico per raccogliere dati, interpretare tendenze e fornire elementi utili alla definizione di scelte aziendali e istituzionali. Il progetto rappresenta inoltre una voce autorevole nel confronto con le istituzioni, con l’obiettivo di sensibilizzare il decisore pubblico sull’importanza della radio come strumento di informazione, cultura, identità e coesione sociale. Oltre alla raccolta e all’elaborazione dei dati, l’Osservatorio intende infine essere lo spunto per iniziative di formazione, workshop ed eventi dedicati all’innovazione tecnologica e gestionale, con l’obiettivo di creare una rete di dialogo tra operatori, studiosi, istituzioni e stakeholder del settore.

Il rapporto si apre con un editoriale del Presidente di Confindustria Radio Televisioni Antonio Marano e una prefazione del Direttore Generale Rosario A. Donato. La ricerca, desk, è stata condotta dall’Ufficio Studi di Confindustria Radio Televisioni, con il contributo di Albino Pedroia – consulente specializzato nel settore radiofonico e docente alla Sorbona di Parigi – sul mercato francese e autore della parte introduttiva di scenario. Il rapporto, dopo le sezioni iniziali – editoriale, prefazione, introduzione ed executive summary, disponibili sul sito di CRTV anche in inglese e francese – si articola in 6 capitoli Paese (Regno Unito, Germania, Francia, Spagna, Italia, Svizzera), navigabili nella versione online. Questa seconda edizione rappresenta  l’anno zero di una ricerca che nelle nostre intenzioni sarà aggiornata ed estesa.

In un’epoca di iperconnessione e frammentazione dell’attenzione, la radio mantiene una sua forza distintiva per la sua capacità di parlare direttamente alle persone, di costruire comunità, di promuovere la partecipazione democratica.
Investire nella radio, oggi, significa scommettere su un mezzo che sa rinnovarsi, che valorizza la pluralità delle voci e che continua a svolgere un ruolo fondamentale nel paesaggio mediatico contemporaneo.

SCARICA IL REPORT

SCARICA LA SINTESI

SCARICA LA PRESENTAZIONE

Andrea Veronese
Ufficio Studi Confindustria Radio Televisioni

Articolo precedenteDalla parte giusta. Le guerre civili dei fratelli Giambone (1894-1944)
Articolo successivoLiscia (Netcomm): “La vera sfida è costruire un advertising utile – rispettoso e sostenibile”