Una decisione ben pensata perché la direttiva sul copyright, come è successo per quella sulla privacy (GDPR del maggio scorso) permette all’Europa di essere nuovamente protagonista nella promozione di nuovi equilibri. Certo con GDPR parliamo di gestione dei dati e qui di contenuti, ma l’Europa dimostra una tendenza innovativa che lascia margini di intervento indicando una strada.
Discrezionalità e negoziazione sono le parole da temere. Infatti nelle negoziazioni, in genere vince il più forte.
L’immediata attuazione della direttiva da parte dell’Italia può fare la differenza, ma si sa che il nostro Paese non è veloce nel legiferare ed in più proprio ieri (25 marzo) il governo ha dato il via agli Stati Generali dell’Editoria con il sottosegretario Vito Crimi (il M5S ha votato contro la direttiva).
Come ha ben detto Riffeser, presidente della FIEG, il provvedimento “incoraggerà forme di cooperazione virtuosa tra i titolari di diritti sui contenuti editoriali e i fornitori di servizi innovativi”.
Ma le forme di cooperazione sono tutte da inventare.
