campi elettromagnetici con loghi

Il nuovo numero di Media Duemila è dedicato allo stato delle conoscenze scientifiche sui campi elettromagnetici. La Fondazione Ugo Bordoni, con il consorzio Elettra2000, propone un documento inedito sullo stato dell’arte di un tema “bioelettromagnetismo” sensibile per molte ragioni.
Rossella Lehnus (ricercatrice FUB), nel suo prezioso documento parla di un futuro pervaso dal “Machine to Machine” e pone domande: “Esponiamo noi stessi ed i nostri figli ai danni irreversibili dell’inquinamento elettromagnetico o ci neghiamo il futuro?”. La risposta la fornisce la descrizione di una terza via che prevede, accanto allo sviluppo tecnologico, una maggiore diffusione della consapevolezza dei rischi e delle relative potenzialità che guidi l’utente a scegliere, quando possibile, la tecnologia più salutare. In questo quadro è evidente che lo sviluppo della rete fissa è fondamentale per la crescita economica del nostro Paese che non potrà affidarsi esclusivamente alla banda larga mobile, sebbene questa rappresenti certamente un’infrastruttura fondamentale che assicura l’accesso a Internet in mobilità anche in aree vaste. La combinazione rete fissa ed hotspot wifi pare quindi la soluzione migliore, almeno sotto il profilo dell’inquinamento elettromagnetico, soprattutto visto che la guerra tra i devices portatili non si gioca più solo contando i pollici, la risoluzione, finanche la flessibilità della schermo, ma l’attenzione dei pionieri si sta spostando sempre più verso le tecnologie da indossare. Una nuova modalità di interagire, fruire e manipolare le informazioni capace di spodestare i devices portatili: dall’iWatch di Apple che permette voice e video call con facetime, comandi vocali con Siri, sms e iMessage, ai chiacchieratissimi GG di Larry Page – i Google Glass capaci di creare quell’effetto curiosità/wow che nemmeno la Apple è forse riuscita a suscitare. Non si tratta quindi più di cellulari e smartphone che ognuno di noi tiene mediamente a massimo un metro e mezzo di distanza, o meglio, non si tratta solo, ma anche di quelli e di qualsiasi dispositivo che aggiungeremo al nostro equipaggiamento quotidiano e che sarà always-on(line).
Intanto, Alessandro Luciano, presidente FUB, spiega quanto la corretta diffusione delle conoscenze rappresenta uno strumento indispensabile per condurre il dialogo nei giusti termini, attenuare le tensioni e le incongruenze percepite dal pubblico e prevenire situazioni di potenziale conflitto tra Amministrazioni e cittadini e tra popolazione e mondo scientifico.
Elettra2000 è un osservatorio privilegiato che supporta amministrazioni locali, cittadini ed imprese, conduce monitoraggi e produce ricerche sull’impatto sanitario ed ambientale.
Il fascicolo che si apre con Susanna Lagorio (Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute – Istituto Superiore di Sanità) parla del progetto Internazionale Campi Elettromagnetici dell’OMS.
Una piattaforma web dedicata, permette la consultazione della letteratura scientifica sugli effetti sanitari dell’esposizione a campi elettromagnetici ed anche la possibilità di ottenere informazioni per ogni tipo di utente.
Al momento l’OMS non ritiene necessaria una revisione degli attuali standard di esposizione, né suggerisce l’adozione di misure prudenziali nell’uso dei telefoni cellulari.
Gli inviti alla prudenza e il suggerimento di altre misure precauzionali non si sono dimostrati efficaci né per contenere il tasso di penetrazione dei telefoni mobili, né per ridurne frequenza e durata d’uso, né per alleviare le preoccupazioni per eventuali rischi. Al contrario, in Inghilterra è stato documentato che hanno provocato un incremento del livello e della diffusione tra la popolazione del pericolo percepito.
D’altra parte, è importante informare il pubblico sui mezzi efficaci per limitare il proprio livello di esposizione (ridurre l’uso, telefonare quando c’è un buon livello di segnale, utilizzare auricolari o dispositivi viva-voce) e chiarire che alcuni dispositivi in commercio sono inefficaci o addirittura peggiorativi; le custodie schermanti, ad esempio, aumentano l’energia irradiata dal telefono cellulare perché ostacolano lo scambio di segnali con la stazione radio‐base.

Per richiedere il fascicolo intero: media2000@tin.it

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