Mentre impazza ovunque la febbre delle chat, nei laboratori digitali nascono macchine di Intelligenza Artificiale indirizzate a ‘creatività’ e ‘autonomia’. Con l’Intelligenza Artificiale Generativa non si tratta più solo di calcolo, ma di innovazioni, scoperte, gestione di attività sociali. L’elaborazione di miliardi di dati ha tempi lunghi per ricercatori, ma non per i computer. La crescente velocità di gestione dati (e arriveranno i computer quantistici!) e la produzione di software con modelli linguistici sempre più sofisticati, fa risaltare la lentezza del cervello umano. Se non ‘creativi’ in senso letterale, i risultati stocastici di questa intelligenza possono connettere elementi che realizzano opere come fossero originali. Non ci sono la sensibilità e le emozioni artistiche di un umano, ma i rilevatori delle macchine sono più accorti dei sensi umani e i tempi di reazione sono fulminei. Risultati rapidi sono spesso profittevoli.
Burocrazia e etica non sono previste. Le regole avanzano più lentamente. Le realtà virtuali e le fake news ‘allucinano’ anche le macchine, ma il controllo o un superallineamento (RLHF) può correggerle. In termini matematici e logici le soluzioni dell’Intelligenza Artificiale, precise probabilisticamente, dovrebbero avere comunque una governance umana.
Ma intanto, nel palcoscenico geopolitico di oggi, dove democrazia, diritti e sostenibilità sono protagonisti ‘in cerca di autore’, la tecnologia accumulata dalle grandi aziende dell’informatica digitale acquista e conquista spazi incontrollati di potere, compra la gestione sociale, beni e servizi per la comunità, condiziona il futuro. Supporta cyberneticamente la finanza e i sistemi militari (guerra!). Senza visioni globali, indica o elimina soglie di rischio e rispetto delle leggi (quali?). E’ servile alle istruzioni ricevute da un committente magari malevolo o incompetente. In fondo le imprese di Intelligenza ‘fabbricata’ perseguono principalmente vantaggi economici di qualcuno. L’intelligenza artificiale è fredda, la benevolenza artificiale non esiste. Quindi: attenti al cavallo di legno!
Paolo Lutteri
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Paolo Lutteri
Paolo Lutteri, di Milano, si occupa di comunicazione e marketing dal 1976. Laureato in Scienze Politiche all’Università di Milano e Diplomato all’Istituto Universitario di Lingue di Pechino. Giornalista pubblicista, iscritto all’Ordine dei Giornalisti e all’Unione Giornalisti Italiani Scientifici. Ha lavorato con il quotidiano Il Giorno, con le società Spe, Sport Comunicazione e Alfa Romeo; con il Gruppo Rai dal 1989 si è occupato di marketing, sport, nuovi media e relazioni internazionali. Ha tenuto corsi presso le Università degli Studi di Milano e Bicocca, le Università di Roma Sapienza e Tor Vergata. Attualmente studia e scrive articoli sull’innovazione culturale e tecnologica, fa parte del Comitato di Direzione della rivista Media Duemila, è socio onorario dell’Osservatorio TuttiMedia, membro d’onore dell’EGTA-Associazione Europea Concessionarie tv e radio, membro del Consiglio direttivo dell’Associazione Eurovisioni, socio e direttore del Centro Documentazione e Formazione della Fondazione Salvetti. e-mail: paolo.lutteri@libero.it