Diamo un’occhiata solo alle flotte di satelliti più significativi in Europa, già molto attive, in orbite basse e alte. Nel Regno Unito è operativa la costellazione Eutelsat-OneWeb, con una rete di circa 630 satelliti orbitanti a circa 1.200 km sopra la Terra e 35 satelliti geostazionari alti a 35.000 km; è un competitor della StarLink di Elon Musk. IN UK c’è anche la sede di Inmarsat, con 13 satelliti geostazionari che controllano il traffico marittimo. In Francia il CNES (Agenzia Spaziale Francese) collabora con Airbus e Thales Alenia per costruire satelliti. In Germania il DLR (Centro Aerospaziale Tedesco) collabora con OHB (Gruppo Fuchs) per molte tecnologie spaziali avanzate. L’Italia con l’ASI (Agenzia Spaziale Italiana) ha sviluppato Iride e collabora ai grandi progetti dell’Unione Europea: Galileo, Copernicus, Iris2.
Galileo, gestito da EUSPA (Agenzia dell’Unione Europea per il Programma Spaziale) è supportato tecnicamente dall’ESA (Agenzia Spaziale Europea, che effettua i lanci con i razzi-vettori Ariane), ha 28 satelliti in orbita per servizi di geolocalizzazione e navigazione, simili al GPS americano.
Copernicus, coordinato dalla Commissione Europea con il supporto dell’ESA, ha 8 satelliti ‘Sentinel’ per osservazione della Terra: raccoglie dati ambientali e climatici, monitora fenomeni naturali e la protezione dell’ambiente.
Iris2 è un’iniziativa della Commissione Europea, sviluppata dall’ESA e gestita dal consorzio industriale SpaceRISE, che include operatori satellitari europei come SES-Intelsat (sede in Lussemburgo, ha 70 satelliti), Eutelsat e Hispasat (che copre anche Nord Africa e America Latina). Iris2 rappresenta l’autonomia strategica dell’Europa, entro il 2030 avrà 290 satelliti in orbita per la connettività internet. Partecipano a Iris2 altri partner privati: Airbus, Deutsche Telekom, Hisdesat, Ohb, Orange, Telespazio, Thales Alenia Space e Thales Sis.
Iride è un progetto governativo italiano, con il supporto dell’ESA e dell’ASI, finanziato attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR); prevede 30 satelliti entro il 2026, equipaggiati con diverse tecnologie di rilevamento radar e sensori ottici spettrali per il monitoraggio ambientale e la sicurezza.
Mentre cresce l’interesse strategico per lo spazio, sia civile che militare, l’Unione Europea sta preparando ‘Space Act’, un quadro normativo unico per i servizi spaziali, che interesserà anche i media. Approfondiremo.
Paolo Lutteri