Dai primi di luglio, il sito del Times è a pagamento. L’autorevole quotidiano è il primo giornale del Regno Unito a chiedere ai suoi lettori di pagare una piccola cifra, una sterlina al giorno (quanto vale una copia cartacea) o due sterline la settimana, per la lettura on line. Anche il domenicale Sunday Times ha adottato questo sistema. News International, il gigante dei media proprietario delle testate, aveva annunciato da tempo l’intenzione di rendere i siti a pagamento. A giugno, i lettori potevano accedere ancora gratuitamente al nuovo sito, ma solo dopo essersi registrati. Ora, non è più possibile e la lettura delle news on line è disponibile solo su abbonamento. Pur se, con questa mossa, il Times rischia di perdere lettori, News International spera che la piccola cifra richiesta riesca ancora a mantenere un traffico sufficiente. “Siamo certi che i nuovi siti offrano un buon rapporto  qualità e prezzo e ci aspettiamo di continuare a investire e a rinnovarci per i nostri lettori”, ha detto Rebekah Brooks, ceo di News International. L’esperimento del Times è seguito con grande interesse dai giornali concorrenti di tutto il mondo per capire se questa possa essere una risposta vincente alle difficoltà economiche che sta vivendo il settore dell’editoria in tutto il mondo. Fino a oggi, infatti, fra i grandi giornali internazionali, solo il Financial Times e il Wall Street Journal facevano pagare l’accesso alle edizioni online. Sono, però, due testate economiche specializzate, poco indicative della disponibilità degli utenti a pagare sul Web per news generali. Times e Sunday Times hanno, invece, un target più ampio: un successo dell’iniziativa potrebbe significare che la strada può essere seguita da altri prodotti editoriali on line, non solo in Gran Bretagna. Ma il passo è seguito con molte riserve e perplessità da esperti del Web come Marco Bardazzi, co-autore de L’ultima notizia, che ha espresso le riserve con un tweet. E altre testate, come il Guardian, intendono proseguire sulla via free per le loro edizioni elettroniche, confidando in una prossima ripresa del mercato pubblicitario. Ovviamente, è presto per avere un verdetto, ma intanto si può registrare il dato relativo agli accessi al Times on line da quando ha chiesto ai lettori di registrarsi per accedere ai contenuti: secondo quanto ha dichiarato alla BBC Robin Goad, analista di Experian Hitwise, società che monitora il traffico Internet, da quel momento il traffico sul sito del Times è crollato di circa il 60%. Ma è un  risultato comunque migliore delle aspettative di molti osservatori.

(Fonte: Informa Anno 6, n. 31)

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