Luca Lucini (Presidente di AIR3 – Associazione Italiana Registi, triennio 2025-2028), questa settimana è il protagonista del progetto “Comunicazione e futuro: il valore di un common ground” lanciato da Marianna Ghirlanda, presidente IAA Italy Chapter, che nell’articolo, che si può leggere qui, spiega perché è utile condividere visioni di protagonisti del mondo della pubblicità. Prima di lui: Lorenzo Sassoli de Bianchi (presidente Auditel); Giovanna Maggioni (presidente Audioutdoor); Massimo Martellini (presidente Audimovie);Antonio Martusciello (presidente Audiradio); Roberto Liscia (Presidente diNetcomm);Marco Travaglia (Presidente UPA);Chiara Alvisi (Presidente IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria);Alessandro Maggioni (Presidente FCP-Associnema) Emanuele Nenna (Presidente di OBE – Osservatorio del Branded Entertainment
Perché è importante l’industria dell’advertising?
“Perché dà voce alle idee. L’advertising non è solo vendita: è cultura pop, è narrazione del presente, è la lente con cui il pubblico interpreta i valori del nostro tempo. È un ponte tra aziende e persone, tra ciò che si produce e ciò che si desidera. Ed è anche un enorme motore economico, che muove creatività, tecnologia, strategia e lavoro”.
IA generativa cosa significa per il mondo che rappresenta?
“Significa essenzialmente due cose: disruption e opportunità. L’IA generativa può snellire processi, ampliare la creatività e democratizzare la produzione visiva. Ma rischia anche di banalizzare l’originalità se usata senza criterio. Per noi registi pubblicitari è uno strumento potente, ma va integrato con visione, estetica, etica e mestiere. L’IA può proporre, ma siamo noi a decidere cosa raccontare e come”.
Cooperare permette di crescere?
“Sì. Ma non basta dirlo: bisogna praticarlo. In un mercato così frammentato, la cooperazione non è solo virtuosa, è necessaria. Collaborare su progetti, condividere dati, creare alleanze tra agenzie, case di produzione, professionisti e brand permette di competere meglio e innovare più in fretta. O cresciamo insieme, o ci schiacciamo a vicenda”.
Perché non siamo più in grado di attrarre i giovani talenti?
“Lo siamo davvero? Forse perché sembriamo un sistema chiuso, ma io credo che invece siano molti i giovani che si affacciano a questo mondo, magari incentivati o attratti da valori sbagliati, ma che siano comunque tanti”.
Quali sono le sfide che abbiamo davanti?
“Cambieranno tempi e flussi, quindi occorre formarsi costantemente, sperimentare e specializzarsi su un settore specifico perché altrimenti si rischia di disperdere talenti e competenze”.