Paolo Salvatori, Intelligence, quo vadis? Passato e futuro dei servizi segreti esteri,2024, La Lepre Edizioni, 25 euro
Anche se Elisabetta Belloni non si fosse dimessa da capo dell’intelligence e se il ministro dei Trasporti Matteo Salvini non avesse detto che è in corso un “regolamento di conti” tra i servizi segreti italiani, “Intelligence Quo Vadis?”sarebbe la pubblicazione sull’intelligence che molti aspettavano. Nelle contingenze attuali diventa quasi necessaria.
Paolo Salvatori, nato nel 1954, è stato a capo dell’Antiterrorismo per i Servizi segreti italiani esteri e in più di tre decenni di servizio ha osservato da vicino eventi salienti come la Guerra Fredda, la prima Guerra del Golfo, l’attacco alle Torri Gemelle e poi la Seconda Guerra del Golfo con l’attivismo bellico degli USA.
E poi la fine della “sindrome dello sceriffo” per ricaderci con il Make America Great Again. Nasce così un libro che è insieme l’occasione di fare il punto e di prospettare problematiche, come la trascuratezza o la politicizzazione dell’intelligence, in un momento in cui le potenze mondiali chiamano al riarmo su ampia scala.
Uno sguardo al passato dell’intelligence mondiale e ai passi che ne hanno segnato l’evoluzione negli anni: dalla comparazione tra il mondo del Patto di Varsavia e quello della Nato nel primo capitolo all’operazione Red Dawn che fece sparire Saddam Hussein nel 2003, passando per la crisi dei missili a Cuba nel 1962.
Il capitolo finale “Europa giardino del mondo” riprende la locuzione che due teutonici, il cancelliere Otto von Bismarck e il poeta Johann Wolfgang von Goethe, affibbiarono all’Italia con opposti intenti. Qui Salvatori vuole metterci in guardia, e cita l’ex alto rappresentante per la politica estera UE Josep Borrell: “L’Europa è un giardino e il resto del mondo è una giungla pronta a invaderlo”.
La postfazione è di Robert Gorelick, ex capo della Cia in Italia, che ha compiuto missioni sotto copertura in 60 Paesi e aveva 30 passaporti falsi: uno che ne sa. La prefazione è dell’ex deputato Pd Alberto Pagani, che dal 2022 presiede la cattedra di Terrorismo internazionale in epoca contemporanea all’Università di Bologna. È lui che nel testo si occupa di ciò che Salvatori non riesce a toccare: Ucraina e Medio Oriente su tutto. C’è anche un approfondimento sul 7 ottobre 2023, dove si prova a fare chiarezza sulle responsabilità del Mossad, che come molti hanno notato ha risposto all’attacco di Hamas in tempi inconsueti e lunghi.