Tre guerre, zero paci. Non c’è Pasqua che tenga. La tregua non c’è – e non si avvicina – in Ucraina e nella Striscia di Gaza: le cronache riferiscono di bombe su civili e su ospedali, più che di progressi nei negoziati. C’è, invece, una pausa di 90 giorni nella guerra dei dazi, ma è parziale, perché lascia fuori Usa e Cina, due colossi del commercio mondiale, ed è fragile, perché appesa all’ “istinto” del presidente Usa Donald Trump, che ad esso si affida per le proprie scelte.

I conflitti, che, in campagna elettorale, Trump prometteva sarebbero finiti in 24 ore, non appena lui si fosse insediato alla Casa Bianca, vanno avanti c continuano a fare vittime ogni giorno. Trump mantiene un occhio di riguardo per il premier israeliano Benjamin Netanyahu, che protrae la guerra per garantire stabilità alla sua coalizione, dove l’ultra-destra religiosa ha un peso abnorme; e pure per il presidente russo Vladimir Putin, che tira in lungo le trattative e intanto migliora le posizioni sul terreno.

L’attenzione di Trump, in questi giorni, è però riservata, più che al Medio Oriente ed all’Ucraina, agli sviluppi della ‘guerra dei dazi’. Martedì, il round di apertura, della trattativa commerciale fra Usa e Ue è stato infruttuoso, anche perché gli europei hanno ripresentato una proposta già respinta da Washington – un’area transatlantica a dazi zero –. Inoltre, era l’inizio di un negoziato probabilmente destinato a durare almeno per tutti i 90 giorni della tregua unilateralmente decisa dagli Usa – e raccolta dall’Ue, che ha sospeso le contro-misure già decise -.

Molto più d’impatto, invece, gli sviluppi turbolenti sul fronte cinese, dove i dazi sono in vigore – rispettivamente del 145% e del 125% sull’export cinese e americano -, salvo eccezioni settoriali.

Il Wall Street Journal, citando sue fonti, scrive che l’Amministrazione Trump 2 intende usare le trattative sui dazi per fare pressione sui partner commerciali degli Stati Uniti perché limitino i loro rapporti con la Cina. L’idea, che riguarda pure gli europei, tentati, invece, di volgersi verso Pechino per trovare sbocchi ai propri prodotti, sarebbe quella di isolare la Cina, offrendo, in cambio, riduzioni delle barriere doganali Usa.

Insieme all’idea dell’area transatlantica a dazi zero, questo potrebbe essere uno dei temi dell’incontro, oggi nello Studio Ovale, fra Trump e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Si parlerà anche di spese per la difesa, Ucraina, Medio Oriente.

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Giampiero Gramaglia
Giornalista, collabora con vari media (periodici, quotidiani, siti, radio, tv), dopo avere lavorato per trent'anni all'ANSA, di cui è stato direttore dal 2006 al 2009. Dirige i corsi e le testate della scuola di giornalismo di Urbino e tiene corsi di giornalismo alla Sapienza.