Per la scienza, per la cultura‘ è una manifestazione nazionale che ha incontrato la stampa il 18 Ottobre a Roma, nello Spazio Fandango a Roma.
In quest’occasione i rappresentanti di alcune associazioni e organizzazioni di ricercatori e operatori della cultura si sono ritrovati per illustrare la situazione della cultura scientifica in Italia.
Situazione che da decine d’anni ormai è in una fase declinante che la crisi economica ha ulteriormente aggravato con tagli a scuola e università ma soprattutto con un atteggiamento di miopia da parte della politica e dell’economia del nostro Paese.
Se molti esponenti di questi due pezzi del sistema Italia parlano continuamente di innovazione e ricerca, nella pratica gli interventi sono del tutto incoerenti e rendono evidente quella retorica di facciata che da 20 anni si scaglia contro le cose che non vanno senza però mai risolverle.
I numeri che sono stati illustrati sono agghiaccianti e fanno intravvedere che è sempre più vicino quel punto di non ritorno del circolo vizioso mancati investimenti- mancato sviluppo-stagnazione economica- mancata innovazione e cambiamento.
Gli organizzatori scrivono in un documento:
“Come ricercatori e come cittadini, formiamo una rete internazionale per promuovere lo scambio d’informazioni e di proposte. Ci stiamo impegnando in una serie d’iniziative a livello nazionale ed europeo per opporci fermamente alla distruzione sistematica delle infrastrutture di R&S nazionali e per contribuire alla costruzione di un’Europa sociale costruita dal basso. Sollecitiamo gli scienziati e tutti i cittadini a difendere questa posizione con noi.
Non c’è altra possibilità. Lo dobbiamo ai nostri figli, e ai figli dei nostri figli”.
Nell’ambito della mobilitazione c’è anche la Lettera Aperta “Hanno scelto l’ignoranza” che migliaia di scienziati europei stanno sottoscrivendo in tutta Europa e che è possibile leggere e firmare a questo indirizzo
In questa si legge, tra le altre cose:
“Hanno scelto di ignorare che l’investimento pubblico in R&S è un attrattore d’investimenti privati; che in uno “Stato innovatore” come gli Stati Uniti più della metà della crescita economica è avvenuta grazie all’innovazione, che ha radici nella ricerca di base finanziata dal governo federale. Invece, essi mantengono I’irrealistica aspettativa che l’aumento della spesa in R&S necessaria per raggiungere l’obiettivo della Strategia di Lisbona del 3% del PIL sarà raggiunto grazie al solo settore privato, mentre l’investimento pubblico in R&S viene ridotto. Una scelta in netto contrasto con il significativo calo del numero di aziende innovative in alcuni di questi paesi e con la prevalenza di aziende a dimensione familiare, tra le piccole e medie imprese, con senza alcuna capacità d’innovazione”.
Il problema degli investimenti e della fine dell’austerità come ideologia europea è quindi centrale per ricomporre l’organizzazione sociale e non solo economica, ma anche e soprattutto culturale in Italia e in Europa.In questi video c’è la sintesi dei principali interventi riguardo le posizioni di scontro politico e sociale, le scelte sui tagli e sugli investimenti, le dirette conseguenze sui ricercatori nelle università e tra gli studenti.
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Giorgio Fontana
Torinese, classe 1957, si occupa di comunicazione e di social media. Attualmente è socio e project manager di Kelios SRL e di una nascente startup torinese di web tv. Nei suoi interessi permangono le tematiche antropologiche e umanistiche, declinate attorno all'innovazione tecnologica, interessi che condivide con i membri del gruppo di discussione da lui fondato, La scimmia nuda e Internet, divenuto ormai il punto di riferimento della cyberantropologia italiana in Facebook. Collabora dal 2011 con la rivista Media Duemila, su tematiche legate a social tv e social media.