Uno studio sui diritti di proprietà intellettuale, condotto congiuntamente dall’Ufficio europeo dei brevetti e dall’Ufficio per l’armonizzazione nel mercato interno, misura l’importanza dei diritti di proprietà intellettuale per l’economia europea. I suoi principali risultati indicano che circa il 39% dell’attività economica complessiva dell’Unione europea (pari indicativamente a 4.700 miliardi di euro all’anno) ruota attorno a industrie ampiamente basate sui diritti di proprietà intellettuale, le quali generano direttamente circa il 26% di tutti i posti di lavoro nell’Ue (56 milioni), cui si somma un altro 9% derivante dall’indotto.

Lo studio s’intitola “Intellectual Property Rights intensive industries: contribution to economic performance and employment in Europe” (settembre 2013). Non avendo avuto modo di leggerlo, ma parendomi utile segnalarlo, cedo per questa volta i miei Appunti a un comunicato stampa della Commissione europea:

“Lo studio si concentra sull’economia dell’Ue e considera ‘industrie ampiamente basate sui diritti di proprietà intellettuale’ le industrie che registrano un numero di diritti di proprietà intellettuale per dipendente maggiore rispetto alle altre e quelle in cui l’uso dei diritti di proprietà intellettuale è una caratteristica intrinseca della loro attività. Tali industrie sono selezionate a livello europeo, ossia utilizzando misure dell’intensità del ricorso ai diritti di proprietà intellettuale armonizzate a livello dell’Ue.

Lo studio giunge inoltre alla conclusione che la retribuzione media nelle industrie in questione è superiore di oltre il 40% rispetto a quella in altri settori.

Esempi di industrie ampiamente basate sui diritti di proprietà intellettuale sono:

• l’industria della fabbricazione di utensili portatili a motore (brevetti);

• l’industria della fabbricazione di prodotti farmaceutici di base (marchi);

• l’industria della fabbricazione di orologi (disegni);

• l’industria dell’editoria libraria (diritti d’autore);

• l’industria lattiero-casearia (indicazioni geografiche);

• centinaia di industrie, tanto diverse tra loro quali le attività relative ai servizi finanziari e alle assicurazioni, le agenzie pubblicitarie, la fabbricazione di gelati, la fabbricazione di carta da parati, la produzione vinicola, l’illuminazione elettrica e gli elettrodomestici, le telecomunicazioni satellitari e l’estrazione del petrolio e del gas, sono anch’esse tutte industrie ampiamente basate sui diritti di proprietà intellettuale, e molte di loro ricorrono simultaneamente a più di un diritto di proprietà intellettuale.

Lo studio si ispira a un esercizio molto simile condotto nel 2012 dall’Ufficio dei marchi e dei brevetti statunitense congiuntamente con l’Economics and Statistics Administration che, per l’economia statunitense, giunge a conclusioni comparabili.

Lo studio è consultabile sui seguenti siti:

Ufficio per l’armonizzazione nel mercato interno: http://oami.europa.eu

Ufficio europeo dei brevetti: http://www.epo.org/

Per maggiori informazioni sui diritti di proprietà intellettuale si rinvia al seguente indirizzo:

http://ec.europa.eu/internal_market/intellectual-property/studies/index_en.htm

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È attualmente consigliere per la comunicazione dell’Istituto Affari Internazionali; collabora con vari media (periodici, quotidiani, radio, tv) e con l’Unione europea; gestisce il sito GpNewsUsa2016.eu; tiene corsi in Università e scuole di giornalismo. Inizia l’attività giornalistica a “La Provincia Pavese” nel 1972. Dal 1976 al ’79 è alla “Gazzetta del Popolo” di Torino, per la quale nel 1979 apre l’ufficio di corrispondenza a Bruxelles. Nel 1980 passa all’Ufficio dell’Ansa di Bruxelles di cui diventa responsabile nel 1984. Segue per dieci anni la Cee e la Nato. Nel 1989 è a Roma: caporedattore Esteri, caporedattore centrale Esteri, vide-direttore. Nel 1992 è tra i fondatori dello European Press Club, di cui è tuttora segretario generale. Nel 1999 va a guidare l’ufficio Ansa di Parigi e nel 2000 diviene responsabile dell’ufficio di Washington e del Nord America. Dal dicembre 2006 al giugno 2009 dirige l’Ansa. Dopo è successivamente direttore de l'AgenceEurope, di EurActiv.it e vice-direttore de La Presse.