Lettera aperta di Paolo Lutteri –4 maggio 2023
Caro Floriano, amico mio,
solo il 15% degli italiani non usa servizi telematici come collegamento a internet da computer o telefonino. Più della metà dei cittadini italiani sostiene che i dispositivi digitali sono utili, che aiutano a mantenere le relazioni sociali, che supportano il lavoro e lo studio e fanno scoprire cose nuove e inaspettate. Un terzo circa sente il bisogno di connettersi ripetutamente. Mediamente le connessioni durano quasi tre ore al giorno, ma c’è chi non smette neanche quando mangia o quando cammina. Possiamo chiamarla un’invasione telematica.
E tu invece, nonostante la tua cordialità col prossimo, sei refrattario! Io capisco che il tuo lavoro, faccia a faccia con le persone dall’alba a dopo il tramonto, ti impedisca di distrarti navigando sulla rete. Capisco la tua riluttanza a ficcarti in un esercizio di relazioni virtuali, pigiando sui tasti di un computer o di uno smartphone. Si fa un po’ di fatica a destreggiarsi, ma si può fare. L’impaccio iniziale è grande perché per conoscere i particolari sul web bisogna smanettare tanto. Ma queste cose non ti affascinano. Preferisci i concreti contatti umani. Eppure saresti ben capace. Sono i tentacoli pignoli delle modalità burocratiche della comunicazione digitale che probabilmente spaventano. Non solo te, ma anche me e tanti altri.
Eppure io navigando mi guardo attorno senza confini. Tu che sei un grande appassionato di tennis, come fan della grande scuola del Ponente Ligure, con un apparecchietto ti potresti collegare con un match di Flushing Meadows o di Melbourne, anche se davanti non hai un televisore. Potresti sbirciare sulla web cam della Nasa su Marte, e tanto altro. Insomma con internet hai tutto in mano a portata d’occhio. Potresti anche approfittare di nuove ricette di cucina o di cocktail, di cui il web è ben ricco. Ti voglio prendere per la gola. Vedrai che se ci prendi gusto, ti sarà difficile staccarti.
Però ti invidio. La più parte delle persone è ormai schiava dei collegamenti virtuali. Sono troppo attaccati al telefonino o con gli occhi sugli schermi. Invece di gustare i dettagli di un panorama lo fotografano, come i clienti del ristorante che immortalano gli impiatti. Le informazioni di attualità stanno nei blog degli influencer che fanno opinioni da mercato consumista più che raccontare verità sociali come le persone che incontri dal vivo. L’amministrazione pubblica si è impadronita di internet e non ti riconosce neppure il certificato di nascita se non hai lo spid o un QR Code. E’ informatica digitale anche la democrazia, anche se le false notizie dilagano e i poteri dei software strumentalizzano tutto. Con la rete web il ventaglio si allarga a dismisura. E’ un trampolino, guidato, per la conoscenza. Ormai siamo prigionieri di questa telematica digitale che ci fa condividere, virtualmente, quasi tutto, da remoto. Nel minestrone mediatico occorre anche distinguere il vero dal falso, le proposte reali dagli spam. Insomma: internet va usato in tutto o solo in parte, ma con intelligenza.
Non voglio insistere con te, ma siccome non mi sembri trappista, datti una mossa di modernità e impugna il tuo smartphone per approfittare almeno delle informazioni di amici sinceri e di qualche opportunità di comunicazione istituzionale e commerciale, se non di gossip che ci tiene di buonumore. Spero di condividere con te sul web qualche bella storia dei personaggi della Valle Argentina. Cèdila, un abbraccio!
Poiché siamo lontani e non hai l’abitudine di vedermi on line, manderò privatamente questo testo alla tua cara Rosa, affinché te lo racconti. (Ehi, quello nell’immagine sono io).
Paolo