Venti e tempeste
I cambiamenti nel mondo di oggi arrivano forti e impetuosi come venti di tempesta. Non sono uniformi, anzi spesso discordanti, difficili da misurare. Vorrei riassumere qui in poche righe i titoli dei venti fondamentali di questo mutamento intrecciato, planetario, che riempie i mass media e i social network di notizie, ma spesso poi dimenticando i rischi.
1. Sviluppo incalzante della tecnologia, soprattutto informatica e ingegneria industriale. Ogni applicazione ne innesca di nuove, a valanga. Gli algoritmi, le macchine e il doping genetico sono strumenti senza etica, fondati sulle opportunità di ricavi economici, non di valutazioni morali.
2. Aumento incontrollato dell’inquinamento da scorie e rifiuti in aria, acqua, terra. La pianificazione dei rimedi viene dilazionata. Le alternative non sono economiche, perciò vengono trascurate e i consumi continueranno per molto tempo ad essere sostenuti da carburanti fossili.
3. Degenerazione del rispetto dei diritti umani. Arroganza e suprematismo esasperano le disuguaglianze. Sta saltando l’equilibrio sociale tra potere legislativo, esecutivo e giudiziario. Si rifiutano le iniziative di inclusione, di assistenza e di collaborazione. La democrazia liberale sembra in pericolo anche nelle opinioni.
4. Nuova geopolitica del pianeta, con leader autocrati, lobbies plutocratiche e democrazie popolari frammentate. I capi di governo sembrano lavorare per il potere politico. Le big tech per il controllo cibernetico totale. Il confronto internazionale si fa tra pochi protagonisti. Le istituzioni internazionali non sembrano avere autorevolezza significativa.
Se i venti arrivano tutti insieme, la tempesta è perfetta.
Intanto che succede? Succede che prevalgono le motivazioni individuali: è giusto soddisfare i bisogni fondamentali locali, ma è indecente non rispettare la comunità internazionale. Quindi: non pieghiamoci ai venti, non facciamoci ipnotizzare da clamori superficiali e baruffe di politica locale, diffondiamo il senso di consapevolezza e responsabilità sui grandi problemi. Nella loro complessità potremmo trovare percorsi adeguati, meno arbitrari, e una tecnologia controllata ci aiuterà. Se non noi, almeno le prossime generazioni potranno usare la loro intelligenza per le innovazioni che ci consentiranno una civiltà comune di benessere.
Paolo Lutteri
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Paolo Lutteri
Paolo Lutteri, di Milano, si occupa di comunicazione e marketing dal 1976. Laureato in Scienze Politiche all’Università di Milano e Diplomato all’Istituto Universitario di Lingue di Pechino. Giornalista pubblicista, iscritto all’Ordine dei Giornalisti e all’Unione Giornalisti Italiani Scientifici. Ha lavorato con il quotidiano Il Giorno, con le società Spe, Sport Comunicazione e Alfa Romeo; con il Gruppo Rai dal 1989 si è occupato di marketing, sport, nuovi media e relazioni internazionali. Ha tenuto corsi presso le Università degli Studi di Milano e Bicocca, le Università di Roma Sapienza e Tor Vergata. Attualmente studia e scrive articoli sull’innovazione culturale e tecnologica, fa parte del Comitato di Direzione della rivista Media Duemila, è socio onorario dell’Osservatorio TuttiMedia, membro d’onore dell’EGTA-Associazione Europea Concessionarie tv e radio, membro del Consiglio direttivo dell’Associazione Eurovisioni, socio e direttore del Centro Documentazione e Formazione della Fondazione Salvetti. e-mail: paolo.lutteri@libero.it