È stato presentato a Roma il report “Macchine per costruzioni: innovazione e sostenibilità per espandere la produzione e il mercato” che fotografa l’eccellenza dell’industria italiana nel settore delle macchine per le costruzioni. Dati del primo trimestre 2025, raccolti da Unacea ed elaborati grazie al modello econometrico e previsionale sviluppato insieme a Cer – Centro Europa Ricerche, indicano che per il 2025 il settore delle macchine per costruzioni subirà un calo meno marcato (-3,3%) degli ultimi due anni, alcuni comparti registrano già segnali positivi nelle vendite rispetto allo stesso trimestre 2024 (macchine movimento + 5% e macchine stradali + 2%). Le esportazioni italiane di macchine e attrezzature per costruzioni hanno invece raggiunto il valore di 3.230 milioni di euro nel 2024 e la bilancia commerciale si mantiene in un positivo di circa un miliardo di euro.

Abbiamo intervistato Michele Vitulano, presidente Unacea

Cosa vuol dire per Unacea un futuro intelligente e automatizzato?

Vuol dire che le tradizionali macchine da cantiere- escavatori, apripista, gru – si stanno trasformando in sistemi intelligenti capaci di operare con crescente autonomia e precisione, grazie a molteplici componenti e applicazioni tecnologiche incorporate.

Quali sono le applicazioni per l’idrogeno usate nel vostro settore?

I principali produttori di macchine da cantiere stanno puntando su soluzioni innovative basate sull’idrogeno e su carburanti alternativi. L’idrogeno emerge come protagonista di questa trasformazione, alcune aziende stanno testando gru e pale gommate che utilizzano questa tecnologia, eliminando completamente le emissioni di CO2 e rilasciando solo vapore acqueo. Le sfide rimangono nell’implementazione delle infrastrutture di rifornimento e nei costi iniziali, ma i benefici in termini di sostenibilità ambientale e conformità alle normative sempre più stringenti stanno accelerando l’adozione di queste tecnologie.

Alcuni esempi di come le rilevazioni nelle macchine possono proteggere tutto il cantiere?

L’intelligenza artificiale, la sensoristica, le applicazioni di controllo remoto e previsionale si estenderanno presto alla gestione dell’intero processo di costruzione, introducendo sistemi avanzati di gestione dell’intero cantiere, con un impatto generale sulla sicurezza dei lavoratori e sull’efficienza del lavoro. Analizzare con precisione millimetrica un’attività di livellamento del terreno significa giungere all’obiettivo con il minimo uso della macchina, che – anche attraverso guida autonoma – si muoverà solo laddove sia effettivamente necessario il livellamento, con enormi risparmi di tempo e carburante. Così come, prevedere con certezza gli intervalli di manutenzione di una macchina o la possibilità di rottura di una componente, può aiutare la programmazione del lavoro in cantiere, limitando i giorni di inattività, a vantaggio dell’efficienza aziendale.

Che vuol dire che le aziende Unacea tengono insieme tradizione artigianale e innovazione tecnologica?

Significa che in Italia si produce tutta la gamma di macchine per le macchine per costruzioni, con un tessuto industriale che coniuga la tradizione artigianale di molte aziende familiari e l’innovazione tecnologica, per ottenere alta qualità dei prodotti, affidabilità delle soluzioni e capacità di rispondere alle esigenze specifiche dei clienti e dei mercati internazionali. Per questo il settore italiano delle macchine per costruzioni rappresenta un’eccellenza del Made in Italy riconosciuta a livello mondiale.

In che modo il PNRR può facilitare il rinnovo del parco macchine?

In realtà, le misure di incentivazione per l’edilizia privata, l’industria 4.0 e gli investimenti in infrastrutture (pensiamo al Bonus 110% e alle dotazioni del PNRR) si stanno esaurendo e ne consegue un calo fisiologico del mercato, controbilanciato però dalla spinta dei progetti a oggi in cantiere per i quali, fino al 2026, sono previste ingenti risorse in campo: oltre 110 miliardi di investimenti pubblici per infrastrutture e innovazione tecnologica, molti dei quali arrivano dal Pnrr.

È un aspetto importante per noi, perché significa incentivare il rinnovamento del parco macchine, che ancora oggi risulta obsoleto per circa il 40%. Industria 4.0 ha rappresentato una svolta in questo campo, ma occorreranno ulteriori sforzi per azzerare l’obsolescenza del parco. Per limitare l’uso di macchine obsolete, è necessario creare delle zone a basse emissioni che impongano l’uso di macchine di fase V, così come avviene per il traffico veicolare.

In che modo Unacea può contribuire alla diffusione della cultura dell’economia circolare?

Fra le espressioni chiave di Unacea c’è “più acciaio, meno polvere” perché macchine per costruzioni vuol dire sì acciaio, ma anche tecnologia, innovazione, sostenibilità ed economia circolare. Possiamo quindi contribuire sostenendo campagne che producono anche trasformazioni culturali in ottica di sostenibilità ambientale, come quella sui rifiuti da costruzione e demolizione, che rappresentano circa il 43% del totale dei rifiuti prodotti in Italia ogni anno, con circa 60 milioni di tonnellate. Le nostre macchine e le nostre attrezzature sono potenzialmente strategiche su questo versante, ma ancora non opportunamente valorizzate. La demolizione selettiva, il trattamento dei materiali di risulta non pericolosi in cantiere e la possibilità di riutilizzarli in loco, possono giocare un ruolo cruciale nell’ottica dell’economia circolare del cantiere.

 

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