Walter Quattrociocchi, discussant per l’incontro che l’Osservatorio TuttiMedia ha dedicato al libro di Cosimo Accoto “Il Pianeta Latente”, è la voce fuori dal coro. Parla di intelligenza artificiale che non è intelligenza. “La tecnologia attuale non è altro che un amplificatore dei poteri predittivi su grosse moli di discorso – dice -. La rivoluzione inizia negli anni ’90 e si chiama evoluzione dei dati. All’epoca nascono enormi contributi scientifici, soprattutto nell’ambito della fisica dei sistemi complessi. Per quanto riguarda le reti complesse attraverso i dati si può prevedere come si diffonderà una pandemia e recentemente si può prevedere come si diffonde un’informazione. I dati hanno tolto il potere alla speculazione senza riscontro. Questa rivoluzione di dati è unica, gigantesca”.
LLM: Large Language Model
Parla di LLM ricordando che si fonda sul Transformer, nato nel 2017, “dunque non è una cosa nuovissima, ma ciò che ha fatto la differenza è stata la grande quantità di dati messa a disposizione”. Il suo auspicio è che molte azioni siano date in delega a questi LLM: “delega non significa che avremo il nostro oggetto a cui dare ordine per fare cose, ma se dobbiamo generare un documento abbastanza veloce facciamo un piccolo prompt e otteniamo un testo ben fatto – precisa -.
Cosa succederà?
Per il futuro dice che “bisognerà capire se il LLM imita l’umano o ha differenze operative”. La parte determinante per il futuro è l’affidabilità e l’orientamento politico della macchine. Il punto cruciale è la rappresentazione che viene fatta di questi LLM che contengono tutti i nostri bias.
Disinformazione
“Ho lavorato molto sul tema della disinformazione. Infine ho sostanzialmente chiarito che è un effetto collaterale del business model del sistema informativo. Segue logiche di intrattenimento invece che logiche di informazione. Infatti quando l’informazione adotta il business model delle piattaforme si concentra sull’intrattenimento, sulla massificazione dei contenuti – spiega -. La ragione è nel fatto che il contenuto deve agganciare l’utente in termini di engagement e di interazione. In questo processo il valore verità non è il primo elemento preso in considerazione”.
Conclusione
Quattrociocchi precisa che “i LLM sono generatori di discorsi, non vanno alla verifica, sono ricombinatori di un testo gigantesco che ci sembra emulare l’intelligenza umana. Infine avremmo soltanto più testo, più strumenti per attrarre gli utenti al fine di vendere contenuti”. L’innovazione culturale per Quattrociocchi necessita di strumenti di meccanica statistica e fisica di sistemi complessi.