Milano, maggio 2025. Nell’aria, tra i padiglioni colossali della Fiera Milano Rho, si respirava qualcosa di diverso. Non era solo entusiasmo. Era quella vibrazione sottile che si avverte quando si è in presenza di qualcosa che sta cambiando davvero le cose. AI WEEK 2025 non è stato soltanto un evento: è stato un momento preciso, quasi un frammento sospeso nel tempo, in cui l’Italia si è trovata al centro della mappa europea dell’innovazione tecnologica. Più di 15.000 persone, arrivate da ogni angolo del continente e non solo, hanno riempito corridoi e sale per ascoltare, vedere, confrontarsi. Un crocevia di idee e prospettive, alimentato da 250 speaker di fama internazionale e oltre 170 espositori, che per due giorni hanno trasformato Milano in un vero e proprio epicentro dell’intelligenza artificiale.
Sul palco principale, si sono alternati volti noti e menti brillanti. Zack Kass, una delkkjjle figure chiave dietro l’espansione globale di OpenAI, ha parlato di come l’AI possa non solo assistere, ma cambiare il modo in cui pensiamo e decidiamo. Rory Flynn ha mostrato, con esempi concreti, come la creatività umana possa espandersi grazie a strumenti come Midjourney e Runway. Paolo Ardoino, alla guida di Tether, ha portato la sua visione sulle connessioni sempre più strette tra AI e finanza decentralizzata. Abran Maldonado, ambasciatore ufficiale OpenAI, ha toccato il tema dell’educazione con una passione contagiosa. Ogni intervento è stato tradotto in simultanea grazie a sofisticati sistemi di intelligenza artificiale: sembrava quasi che l’AI stessa volesse partecipare alla conversazione.
Eppure, ciò che ha reso AI WEEK qualcosa di più di una semplice conferenza è stato quello che accadeva lontano dai riflettori. I workshop, i tech demo, le chiacchiere nei corridoi tra chi sta costruendo – spesso in silenzio – il futuro. Otto i laboratori tematici, tra cui uno in collaborazione con la Federazione delle Società Medico-Scientifiche Italiane, che ha mostrato come l’AI stia già rivoluzionando il mondo della salute. Il Tech Stage era un formicaio creativo: si sperimentava, si provavano prototipi, si guardava il codice prendere vita. E nell’area espositiva, tra un caffè e una presentazione, si stringevano mani, si scambiavano idee, si immaginavano collaborazioni future.
Tra i temi più discussi, uno in particolare ha acceso gli sguardi più attenti: gli Agentic AI. Questi nuovi sistemi – capaci di agire autonomamente, pianificare azioni e raggiungere obiettivi in ambienti complessi – sembrano venire direttamente da un romanzo di fantascienza, ma sono già tra noi. Le demo hanno mostrato agenti capaci di condurre ricerche, di gestire progetti e persino di interagire in ambienti virtuali in tempo reale. Si è discusso di etica, certo, ma anche di possibilità concrete: aziende che già li integrano per automatizzare processi, laboratori che li usano per accelerare la scoperta scientifica. E non era raro vedere volti stupiti – spesso quelli più esperti – osservare questi agenti in azione con una sorta di meraviglia tecnica.
Seth Dobrin, ex Chief AI Officer di IBM, ha detto senza mezzi termini che AI WEEK è “il miglior evento europeo per chi vuole davvero capire dove sta andando l’innovazione”. E in effetti, ascoltandolo parlare, non sembrava un’esagerazione. Perché, tra gli stand e le sale piene, l’AI non era solo teoria: era tangibile, era viva. Si poteva vedere, toccare, discutere. E, cosa forse più importante, si poteva immaginare insieme.
Alla fine, mentre gli ultimi badge venivano strappati dai laccetti e le luci si abbassavano, una cosa era chiara a tutti: l’Italia non è più spettatrice in questo grande cambiamento globale. È protagonista. E AI WEEK 2025 lo ha dimostrato con forza. Per chi non c’era, o per chi vuole restare aggiornato, l’indirizzo da segnare è solo uno: aiweek.it. Ma più di tutto, c’è una sensazione difficile da dimenticare: quella di aver visto qualcosa nascere, proprio lì, in mezzo a una folla che non voleva più andare via.