Con le critiche al Manifesto di Ventotene fatte alla Camera il 19 marzo, Giorgia Meloni pare avere ottenuto un risultato forse opposto a quello auspicato: ha alimentato, fra i giovani, l’interesse e la curiosità per il testo che Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni scrissero al confino a Ventotene nel 1941 e che costituisce oggi un documento di riferimento per l’integrazione europea; ed ha fornito loro uno stimolo a leggerlo o a rileggerlo. E’ quanto risulta da un sondaggio condotto dagli studenti del corso di Agenzie e Nuovi Media del corso di laurea di Editoria e Scrittura della Facoltà di Lettere della Sapienza, intervistando soprattutto loro colleghi, ma anche docenti e personale accademico.
La premier Meloni, commentando alla Camera le manifestazioni europeiste di sabato 15 marzo, aveva citato frasi decontestualizzate del Manifesto, presentandolo come un inno all’abolizione della proprietà privata. Nei giorni successivi, la scelta di Meloni e i contenuti del Manifesto sono stati oggetto di discussioni e di divisioni nell’opinione pubblica italiana. Ma quanti parlavano con conoscenza di causa?, quanti avevano davvero letto il Manifesto?, e quanti – alla luce delle polemiche – hanno deciso di leggerlo, o rileggerlo, per meglio capirne i contenuti?
I risultati ottenuti dal sondaggio condotto dagli studenti della Sapienza sono in parte prevedibili e in parte sorprendenti. E’ quasi scontato, ad esempio, che, con l’innalzarsi dell’età degli intervistati, il tasso di conoscenza del Manifesta aumenta: da meno di tre quinti fra gli under 30 – sostanzialmente, gli studenti – a quasi due terzi nella fascia d’età 31/50 ed ai tre quarti circa fra gli ‘over 50’.
Stupisce, invece, la spinta a rileggere o, più spesso, di leggere per la prima volta il Manifesto creata dalle polemiche: una maggioranza di intervistati, che s’avvicina ai tre quinti (supera il 56%) dice di averlo fatto o volerlo fare. Poco più dei due quinti ammettono di non averlo letto e non intendono farlo.
Quanto all’atteggiamento nei confronti dell’integrazione europea, la maggioranza a favore, fra gli intervistati, è molto netta: circa il 75% fra gli studenti, oltre l’80% fra docenti e personale accademico. E un dato in qualche misura avallato dal più recente Eurobarometro della Commissione europea, che a maggio ha registrato un livello record di fiducia nell’Ue e un forte sostegno all’euro e alla politica di sicurezza e di difesa comune.
Dalle testimonianze raccolte, specie fra i giovani, emerge, inoltre, la necessità di una maggior educazione civica italiana ed europea per una partecipazione più consapevole alla vita sociale e politica, anche per districarsi fra letture di parte e manipolate di fatti e testi fondamentali, ma poco noti.
Dati analizzati e rielaborati da Sebastiano Inzaino, Chiara Liuzzo ed Eleonora Pittau; raccolti da Nefer Anania, Ilaria Annunziata, Andrea Bilotta, Pietro Bonadei, Giorgia Bovio, Giulia Catalfamo, Giulia Cifeca Recinella, Francesco D’Ancona, Lorenzo De Rubeis, Federica Fazio, Alessandra Fioravanti, Fernando Forti, Francesca Manzoni, Joaldo N’Kombo, Davide Paolacci, Gabriella Pirollo, Francesca Rocca, Federica Scuotto, Luca Sellani.