Verità truccate
L’informazione dovrebbe basarsi sul rispetto della realtà. Ma i commenti ai fatti sono sempre soggettivi e tendenziosi. Ogni autore ha i propri riferimenti culturali: perciò dipinge quadri, scenari, evidenzia o no certi particolari, cerca cause o conseguenze probabili. E’ un processo creativo che si ingarbuglia se il racconto non ha basi veritiere. Dalle fake news nascono fiction, fantasie, propaganda trasparente o occulta a favore di qualcosa o qualcuno.
Nel campo della giustizia, come nei casi di cronaca nera e di governo della magistratura, succede che la verità sia interpretabile funzionalmente. Le sentenze di un tribunale rappresentano una verità processuale, non necessariamente corrispondente alla realtà. Il giudizio è ribaltabile, perfino da una nuova leadership politica, come nel caso degli assalitori del Campidoglio a Washington nel gennaio 2021.
Le controversie tra potere e platea pubblica sono aggrovigliate. Le considerazioni dell’opinione pubblica, sia pur affidate all’enfasi dei media, esprimono giudizi appoggiandosi a criteri diversi. C’è larga indignazione dei bombardamenti in corso sui civili, massacri ingiusti e ingiustificati, ma stentatamente ci saranno processi e condanne formalizzate, anche se rimarrà nella storia la vergogna per chi ne è stato responsabile.
Oggettivamente sembrano errori di civiltà dei quali, oggi come ieri, certi prepotenti non si pentono affatto. Anzi, se ne vantano. E per quiete diplomatica qualcuno vorrebbe dimenticarsene. Latita il rispetto per la verità, oltre a quello dei diritti umani.
Errori giudiziari ce ne sono molti, non è questione di buona o mala fede, spesso è solo per incompetenza e incapacità. Non ci sono dubbi sull’istituzione della magistratura, ma su qualche magistrato, su qualche ‘professionista’ prezzolato, su qualche capo di stato arrogante, sì.
I magistrati corrotti e i politici bugiardi non sono una novità. Del resto i 314 parlamentari che hanno avallato che una certa Karima fosse nipote di Mubarak fanno parte della storia ingloriosa dei pinocchi nel nostro Paese. Spero di non dover vedere ancora troppe verità truccate.
Paolo Lutteri
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Paolo Lutteri
Paolo Lutteri, di Milano, si occupa di comunicazione e marketing dal 1976. Laureato in Scienze Politiche all’Università di Milano e Diplomato all’Istituto Universitario di Lingue di Pechino. Giornalista pubblicista, iscritto all’Ordine dei Giornalisti e all’Unione Giornalisti Italiani Scientifici. Ha lavorato con il quotidiano Il Giorno, con le società Spe, Sport Comunicazione e Alfa Romeo; con il Gruppo Rai dal 1989 si è occupato di marketing, sport, nuovi media e relazioni internazionali. Ha tenuto corsi presso le Università degli Studi di Milano e Bicocca, le Università di Roma Sapienza e Tor Vergata. Attualmente studia e scrive articoli sull’innovazione culturale e tecnologica, fa parte del Comitato di Direzione della rivista Media Duemila, è socio onorario dell’Osservatorio TuttiMedia, membro d’onore dell’EGTA-Associazione Europea Concessionarie tv e radio, membro del Consiglio direttivo dell’Associazione Eurovisioni, socio e direttore del Centro Documentazione e Formazione della Fondazione Salvetti. e-mail: paolo.lutteri@libero.it