Le Postille di Paolo Lutteri –5 giugno 2025
Comunicazioni, informazioni e raccolte dati stanno migrando dai siti terrestri a oggetti volanti e satelliti orbitanti. L’aria del cielo in basso è abitata da droni, più sopra aeroplani, più in alto satelliti. I droni registrati regolarmente in Italia sono 60.000. Gli aeroplani in volo simultaneamente nel mondo sono quasi 10.000. I satelliti orbitanti sono circa 12.000, ad altezza dal suolo oltre 300 km. Le ‘costellazioni satellitari’ forniscono connettività internet globale a banda larga e bassa latenza; hanno altissima potenza di calcolo e permettono un telerilevamento in tempo reale, gestito da motori di intelligenza artificiale. Ecco qualche numero indicativo: la flotta più celebre è Starlink-SpaceX, che dispone di 7.600 satelliti attivi, Star Computing-Cina ne ha 2.500, Project Kuiper-Amazon ne ha 1.200, OneWeb-Eutelsat ne ha 648, Iridium-Usa ne ha 66. Per la navigazione satellitare ci sono mini flotte: BeiDou-Cina ha 30 satelliti, Galileo-Europa 30, Gps-Usa 24, Glonass-Russia 24, Navic-India 7, Qzss-Giappone 4. GuoWang-Cina ha pianificato 13.000 satelliti entro il 2030, Sfera-Russia ne prepara 600, TelesatLightspeed-Canada 200. A scopo militare e difesa il numero è imprecisato.
Oltre ai satelliti ‘voluminosi’, operano in cielo gli sciami di microsatelliti, nanosatelliti e picosatelliti che pesano anche meno di 1 Kg. Invece le gigantesche stazioni spaziali, in orbita a 28.000 km/h a 400 km di altezza dal suolo, per ora sono solo 2: Iss (Usa-Russia-Ue-Giappone- Canada) e Tiangong (Cina).
(Il cielo terrestre è anche ricco di detriti: 40.000 oggetti tracciati più grandi di 10 cm e 130 milioni di frammenti tra 1 mm. e 10 cm. Rischi di collisioni non trascurabili!).
I servizi erogati dai satelliti sono preziosi: • connessioni internet ovunque ad alta velocità senza bisogno di infrastrutture terrestri, • controllo del suolo (geologia, geografia, clima, temperatura, umidità, agricoltura, edilizia immobiliare e industriale), • cybersicurezza, controllo logistico, allarmi, • accesso universale a telemedicina, istruzione, cronaca, intrattenimento, • riduzione dei divari conoscitivi geo-antropologici, • servizi per il settore pubblico, per le imprese e i consumi privati, connettività IoT, • raccolta di energia solare.
I costi non sono indifferenti: un lancio può costare centinaia di milioni di dollari ma anche ‘solo’ 67 milioni di dollari (SpaceX con Falcon 9). Il carico può costare 3.000 dollari al kg. Ma ci sono costi molto sensibili di ricerca, produzione e assicurazione. I ricavi sono interessanti: grandi contratti governativi e industriali, abbonamenti alle connessioni, ai motori di ricerca, alle banche dati.
Si è aperto il mercato della space economy, con nuovi padroni. E anche le notizie pioveranno dal cielo.
Paolo Lutteri